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martedì 12 agosto 2014

L’articolista risponde: link building si o link building no?

Le figure dell’articolista e del SEO si sono sempre trovate a tribolare in infinite indagini circa la bontà dell’article marketing e del link building. Se tali pratiche sono state sempre oggetto di discussione nei tempi passati, possiamo immaginare come tale dibattito sia controverso oggi.
Con l’introduzione del nuovo algoritmo di Google ne vale ancora la pena? Ebbene si, a patto che tali pratiche siano condotte con l’osservanza delle regole del web. Perché il web ha delle sue regole.
Ma quali sono le migliori strategie per un link building “etico”?
Scopriamone insieme qualcuna.
 
1. Combattiamo le penalizzazioni con contenuti di qualità
Come dar vita ad un link building corretto? Lavoriamo seriamente sui contenuti. E sulle parole chiave.
No a testi elaborati in maniera strategica, magari inserendo qua e là delle parole chiave senza conoscere le dovute regole della SEO. Si ai contenuti usabili, semplici, chiari, che rechino un’utilità, che diano una risposta al quesito che colui che naviga nel web sta cercando di dissipare tramite la sua ricerca.
Si ad un article marketing ben strutturato e qualificato. Le penalizzazioni sono infatti ancora più pesanti proprio a danno di tutti quei siti che hanno fatto ricorso ad una strategia di link building di scarsa qualità.
No dunque anche alle pratiche di link baiting e keyword stuffing.
 
2. Assecondiamo i “gusti” dei motori di ricerca
A torto o a ragione il link building è sempre stato visto con una certa diffidenza dai motori di ricerca. Vi chiedete quale ne sia la ragione?
Il modo sfacciato con cui tale pratica viene spesso condotta da web writer e consulenti SEO ne rappresenta senz’altro una causa. Il contenuto deve essere naturale e rilevante, e, si, deve essere anche formulato porgendo una certa attenzione alla SEO.
Effettuate una buona scelta delle anchor text e dei link esterni, non devono ingannare il lettore. Non inserite a casaccio parole chiave nel testo, e non inseritene una sola.
Diversificatene la scelta in base a criteri di logica e similarità. Eseguite un’analisi accurata della rilevanza delle parole chiave scelte. Valutate con i dovuti tools le ricerche mensili e la competitività. Meglio rivolgersi ad un esperto articolista o SEO in grado di farlo.
 
3. Occhio alla qualità dei siti che concedano backlink al nostro
E’ possibile ricevere un apprezzamento dai motori se i siti che concedano backlink al nostro sito sono scadenti, o addirittura screditati o penalizzati?
La risposta è ovvia e nota a web writer e SEO esperti. Ed a tutti coloro che hanno sempre lavorato seriamente su contenuti. Ma sembra che non sia così scontato per molti, forse troppi.
E’ noto che non tutti i link di ritorno sono gli stessi. E’ ragionevole supporre che abbiano più rilevanza quelli provenienti da siti affidabili ed accreditati. La popolarità del nostro sito dipende dalla qualità di un link.
Uno scadente o di dubbia qualità può addirittura comprometterlo. No a strategie o scorciatoie. Web writer e SEO non possono neanche minimamente pensare di raggirare i motori di ricerca.
 
In conclusione fare link building resta una strategia assolutamente vincente per favorire il posizionamento di un sito o di un e-commerce. Semplicemente dopo l’introduzione dei nuovi algoritmi antispam è solo necessario farlo seriamente.
 
Se vuoi rivolgerti ad un articolista esperto nella redazione di contenuti per il web per saperne di più:  http://www.articolista.weebly.com
 
 

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