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sabato 30 luglio 2016

Al di là delle parole e dei gesti: le lacrime, eloquente espressione del cuore per uno scrittore di successo distrutto dal dolore dovuto alla perdita della sua famiglia: "Chiara, Amore mio, torna da me, sono il tuo Angelo Custode".

Un angelo dalle fattezze umane piange accasciato sopra una grande urna marmorea. Dalla sua schiena partono due ali enormi, bellissime, che ricadono ai lati della tomba; sul braccio destro piegato è appoggiata la fronte, i capelli sono acconciati alla moda in uso nell'età napoleonica: raccolti con semplicità dietro la testa, una riga diritta nel mezzo e una frangetta corta sulla fronte. Il braccio sinistro cade abbandonato sul lato breve del sepolcro. Il colore dello sfondo, un grigio intenso, sfumato di nero e di blu, mette in risalto il chiarore del marmo creando un'atmosfera romantica e dark, iperrealisticamente post-moderna. L'angelo umanissimo, che sta soffrendo intensamente, simboleggia l'impossibilità di separare le dimensioni fisica e spirituale del dolore. È questa l'idea portante del pensiero di Andrea Brusa: non esiste separazione tra dolore del corpo e sofferenza dello spirito; siccome la persona è unità di corpo, spirito e mente, il dolore colpisce l'essere tutto intero. E, per la stessa ragione, poiché nessuno è uguale a un altro, ogni dolore è unico, e ognuno lo vive a modo suo. E nell'ultimo libro uscito LA VIA DEI MIRACOLI dello scrittore Andrea Brusa vi si racconta la storia di un Angelo Custode che caduto in un pozzo di disperazione dopo essere precipitato qui sulla terra ricerca spasmodicamente di riconquistare la sua natura angelica ed agisce nel solo interesse di salvare la sua protetta... Vaga disperato perché sente che ha perso casa sua, ma non sa come ritornarci... Incontra tante persone e cerca di capire cosa sentono, che cosa li spinge a muoversi e si accorge che sono molto diverse da lui... Cammina desolato e costernato da tristezza perché si sente abbandonato e rifiutato, ma una forte spinta - come un fuoco che arde - lo spinge in avanti... Il fuoco è una fiamma eterna piena di vita, innocenza e purezza che si plasma intorno all'anima dell'Angelo caduto. Lui non ricorda perché, ma aiutare gli altri è ciò che gli viene naturale, spontaneo... Nei suoi occhi non c'è malizia o tenebra, ma c'è amore ed innocenza e fragilità, una fragilità che ti penetra nel cuore, uno sguardo che ti denuda, una debolezza piena di potere... Lui ha perso le ali, ma può ancora volare perché non ne ha più bisogno... Lui porta Dio dentro di se, ma non è abituato a sentirlo qui dall'inferno del mondo tridimensionale, dove ci vogliono occhi profondi e qualità più sviluppate che nell'aldilà per vedere la luce divina, per vedere l'inganno, per vedere come si è veramente. Lui è una delle chiavi per dare l'esempio che tutto è possibile, dovunque, comunque, in qualunque situazione... Lui si accorge che non è mai stato solo, ma si è sentito solo... Lui si accorge che l'amore lo ha sempre avuto, ma lo aveva trascurato e dimenticato... Lui diventa… fa felice la sua parte bambina quando si crogiola - anche se ormai solo più con la sua immaginazione o di notte - al suo ritornare Angelo a tutti gli effetti, tra le fidate braccia della sua amata piena di ardore e amore per lui... Non sembra esserci alcuna dicotomia tra il personaggio del libro e l'autore. Lui e' a tutti gli effetti l'Angelo Custode della sua famiglia... e noi tutti che abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo possiamo certificare l'autenticita' delle sue parole e del suo vissuto peraonale. Un vissuto che lo sta portando sulla via dell'autodistruzione. Solo sua moglie Chiara potra' salvarlo. E noi facciamo il tifo per lui... per loro.

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