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sabato 5 novembre 2016

La Ocrim punta tutto sull'Etiopia

Grano, farina e… Affatto casuali i puntini di sospensione nel titolo della manifestazione (ideata e sostenuta dalla Ocrim di Cremona) che ha riunito alla 'Scuola di Tecnologia molitoria' della storica sede dell'azienda leader nella costruzione di impianti di macinatura il mondo dell'eccellenza agroalimentare italiana. Produttori, mugnai, tecnici ed esperti dell'arte molitoria in primo piano per confrontarsi sui temi più attuali e di maggiore interesse riguardo alla produzione ed alla lavorazione del cereale principe della dieta mediterranea. Protagonista indiscusso sulle nostre tavole, infatti, il grano non è soltanto pane, pasta e pizza. O meglio, non così semplicemente. Dietro ci sono anni di ricerca tecnologica e agraria, incontri-scontri tra diverse filosofie, gusti, tradizioni, modi e mode. Farina bianca o integrale, macine a pietra oppure mulini industriali, e ancora: antichi sementi, processi lavorativi, valori nutrizionali, importazioni ed esportazioni. In una sola parola: cultura; come identità e come confronto. Aprirsi al mondo per conoscersi e riconoscersi, è stato il tema portante della giornata, che ha voluto ragionare sull'insieme del comparto agroalimentare italiano, come dimostra la partecipazione di aziende come Pizzoli, Melinda, Marchesi Antinori, Banfi, Farchioni Oli e Pasta Zara, oltre che di associazioni di categoria quali Federalimentare, Coldiretti e Assomela. Operatori di mercato provenienti da Paesi come Bolivia, India, Inghilterra e Stati Uniti, oltre che la concomitante video conferenza con l'Etiopia, dalla sede dell'Ambasciata italiana di Addis Abeba, dove si celebrava la recente connessione industriale e commerciale tra i due Paesi, le componenti internazionali del summit. "C'è bisogno di patriottismo – afferma il padrone di casa Alberto Antolini, a.d. di Ocrim – Una parola ormai poco utilizzata, ma che esprime bene quale idea deve guidare il comparto industriale italiano se vuole continuare ad essere competitivo nel mondo globalizzato e, soprattutto, se vuole crescere. Bisogna ragionare come sistema e armonizzare le esigenze e il potenziale di tutte le componenti. Fatto ciò si può andare nel mondo ed esportare non solo la qualità dei nostri prodotti, ma anche l'altissima qualità delle nostre conoscenze. La mia idea di industria è a filiera corta – continua Antolini – proprio per questo abbiamo scelto di entrare in Bonifiche Ferraresi, il più grande complesso agricolo d'Europa. Abbiamo scelto di recuperare il rapporto con la terra e di valorizzarla. In questo senso, l'Etiopia rappresenta un territorio ideale, per clima e produttività dei terreni. Inoltre è un paese che ha attratto il meglio dei mugnai africani". L'Etiopia, infatti, ha individuato nel settore agroalimentare, e nella filiera del grano in particolare, il settore trainante per la propria economia. "Stiamo vivendo un momento cruciale per il nostro Paese. – ha dichiarato Meles Mebratu, vice ministro dell'industria etiope – Abbiamo ridotto di molto la povertà e stiamo crescendo, negli ultimi anni, con ritmi impressionanti. La collaborazione con l'Italia ci permetterà di avanzare sempre più in fretta. Abbiamo preparato importanti piani industriali e siamo pronti a collaborare con il vostro Paese. Dall'Italia ci aspettiamo qualità. E' quello di cui abbiamo bisogno per modernizzare la nostra agricoltura e fare un ulteriore passo in avanti". Parole confermate anche dall'euro deputato ed ex ministro dell'agricoltura Paolo De Castro: "Il mondo ha bisogno di produrre più cibo. Soltanto un mondo che offre cibo per tutti può essere un mondo in pace. L'Europa e l'Italia possono e devono fare di più e in questo senso la collaborazione tra il nostro Paese e l'Etiopia è fondamentale". Il grano come fonte di sostentamento non solo a tavola sotto forma di pane e pasta, ma vero e proprio traino per una reale politica di sviluppo. "La terra è il petrolio del futuro" per il presidente di Federalimentare Luigi Scordamaglia, che ha sottolineato come l'agroalimentare sia la vera risorsa per uno sviluppo sostenibile. Parole ribadite anche dell'Ambasciatore italiano ad Addis Abeba, Giuseppe Mistretta, il quale ha dichiarato che: "Bisogna aumentare i posti di lavoro e contrastare quello in nero. Vanno in questo senso i nostri sforzi per la creazione, qui in Etiopia, di un grande parco agri-industriale". Tecnologia, infrastrutture e maggiore facilità di accesso al credito, le priorità dell'impegno italiano nel Paese africano individuate dalla direttrice dell'Agenzia italiana per la cooperazione e lo sviluppo, Ginevra Letizia. Spazio infine alla prima edizione etiope del Premio Capitani dell'Anno. In diretta satellitare il giornalista Fabio Raffaelli ha consegnato i prestigiosi riconoscimenti per l'imprenditoria ad alcuni pionieri della connessione tra i due Paesi. Da Paolo De Francisci, manager del Pastificio Bottega Italia di Addis Abeba, a Taha Hussen Mohammed, presidente della Ethiopian Millers Association, fino a Gaetano Cristiano, direttore del catering di Ethiopian Airlines, e Tafa Jobie Bedanie, direttore del comparto ricerca di OARI (Oromia Agricultural Research Institute). Insieme a loro sono stati premiati: Camillo Calamai, Kassa Dawit Oma, Alberto Frezza, Elias Katema Sima, Linda Marchetti, Abeba Tesfaye Meteku e Mohammed Umer Bati.

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